Da “il Giornale” edizione di Milano – 9 gennaio 2017
La Regione Lombardia ha recentemente approvato all’unanimità una discutibile delibera, la numero X/5765 che, di fatto, legittima le registrazioni che il paziente fa all’insaputa del personale sanitario, ma stigmatizza le registrazioni occulte che vengono fatte per evidenziare le manchevolezze delle strutture sanitarie.
Viene infatti recepito un documento che analizza il dibattito internazionale e il quadro giurisprudenziale relativo alle registrazioni che il paziente fa senza dirlo al medico, che vengono definite pudicamente, con un brutto anglicismo, registrazioni «covert». Ebbene, secondo le incredibili considerazioni del documento, si giudicano sostanzialmente legittime le registrazioni occulte, anche se si soggiunge che: «resta da valutarne le ricadute sul piano etico e su quello della deontologia dei professionisti».
Intendiamoci, è del tutto ovvio ed evidente che i medici e gli altri operatori sanitari si debbano comportare sempre e comunque in maniera corretta; così come già fanno nella quasi totalità dei casi. Tuttavia, è altrettanto ovvio che se si mette per iscritto la possibilità di registrare il rapporto medico-paziente (all’insaputa del medico), si ottiene il paradossale risultato di diffondere la sfiducia nei cittadini nei confronti degli operatori del servizio sanitario regionale.
Ma il bello (si fa per dire) del documento lo si trova nei seguenti capoversi: «Registrazioni riguardanti comportamenti di persone operanti per conto di un Ente sanitario (…) eseguite all’interno di una struttura sanitaria o in contesto estemo alla stessa». In questo caso, la musica cambia radicalmente. «La quotidianità ci offre numerose attestazioni di registrazioni di questo tipo, per lo più utilizzate allo scopo di evidenziare manchevolezze di vario genere ed entità e, talvolta, comportamenti censurabili». «Registrazioni avviate indebitamente devono essere interrotte immediatamente e, se non passibili di sanatoria, cancellate». Insomma, se qualcuno fa una registrazione occulta per evidenziale le manchevolezze di una struttura sanitaria, questo non è lecito poiché getta discredito e diffonde pregiudizi di carattere negativo. Conclusioni davvero contraddittorie e molto poco condivisibili!
Poiché credo nel sistema sanitario lombardo, leggere un provvedimento di questo genere mi fa cadere le braccia. Che senso può avere normare la possibilità di ingannare il proprio terapeuta ed invece vietare di gettare discredito su una struttura sanitaria anche quando vi sono delle inefficienze?
Invece che giustificare per delibera le registrazioni che minano il rapporto di fiducia, inducendo comportamenti difensivi e, in ultima analisi, sprechi di denaro pubblico, non sarebbe il caso di profondere le stesse energie nell’istituire un programma serio di educazione sanitaria nelle scuole? Educare i cittadini al corretto utilizzo delle risorse in sanità va di pari passo con l’educarli alla legalità, alla trasparenza e al rispetto delle leggi.
Roberto Carlo Rossi