Molto Rumor per Nulla – Much Ado About Nothing
Il primo aprile 2019 (la data sarà casuale?) il Corriere della Sera pubblica un articolone sui certificati INPS in cui si sostiene (con toni da scoop quasi si fosse scoperto un complotto internazionale degno del Pulitzer) che i certificati propedeutici al riconoscimento dell’invalidità civile siano ricompresi nei LEA e quindi siano gratuiti. In tale articolo (https://milano.corriere.it/19_aprile_01/invalidita-beffa-certificati-sono-gratuiti-ma-pazienti-lombardi-pagano-medici-fino-150-euro-284a1250-5441-11e9-a9e2-a0d1446d1611.shtml) si dice che gli invalidi pagano 150,00 euro ai Medici di Famiglia ma non dovrebbero pagare nulla perché gli specialisti ospedalieri dovrebbero stilare gratuitamente questi certificati. Per la verità, nell’articolo si dice anche che i MMG non fanno nulla di male nel richiedere tali denari (meno male,…. troppa grazia!…), ma il quadro dipinto non è affatto positivo e l’amara impressione che se ne trae è che i biechi e cinici medici di base opprimano e sfruttino i poveri invalidi loro pazienti.
Il giorno dopo, ecco che l’Assessore si dice subito pronto ad intavolare la trattativa per far sì che i MMG facciano i certificati gratis, sanando l’ingiustizia.
A prescindere dai continui, gratuiti e reiterati attacchi alla Medicina di Famiglia (poi ci si meraviglia che il territorio resti sguarnito!…), il parere di chi vi scrive è che tutta questa storia si regga su un clamoroso abbaglio: i certificati telematici introduttivi che vengono compilati su richiesta di coloro che fanno istanza di aver riconosciuta la loro invalidità civile da parte delle Commissioni Mediche, NON SONO AFFATTO RICOMPRESI NEI LEA e, naturalmente, non compaiono in nessuna Convenzione o Contratto come compito del Medico compreso nella remunerazione che costui prende di default.
È vero che la prosa del decreto sui LEA non è del tutto limpida (perché in Italia le Leggi vanno interpretate, sennò che gusto c’è…), tuttavia, leggendo attentamente l’Allegato 1 (riportato qui) punti G1 e G2 del decreto in questione, si capisce perfettamente che l’atto si riferisce ad altro, ovverosia non parla affatto dei certificati introduttivi rilasciati su richiesta dell’invalido per compilare la domanda/istanza per il riconoscimento del suo status. In particolare, al punto G1 ci si riferisce agli accertamenti (esami e visite specialistiche) medico-legali che vengono compiuti ai fini del riconoscimento dello status di invalido, cieco civile, sordo civile, portatore di handicap o portatore di disabilità. Al punto G2, invece, sono elencati tutte le certificazioni e i pareri espressi su richiesta della pubblica amministrazione per godere dei benefici della legge una volta riconosciuto lo status di invalido o disabile o portatore di handicap.
La stessa cosa dice la circolare del Ministero della Salute (prot 0035643-06/11/2017-DGPROGS-MDS-P) del novembre 2017.
L’unico documento che invece ingenera una gran confusione è una circolare firmata dall’allora Direttore Generale Sanità della Regione Lombardia che afferma che gli ammalati di SLA dovrebbero lasciare le strutture ospedaliere già con il certificato introduttivo compilato (e questo è giusto). Il problema è che la circolare afferma anche (totalmente a sproposito, a nostro parere) che tale (sacrosanto) diritto discende dal Decreto sui LEA e, in particolare, dal punto G1 dell’allegato 1; e questo è clamorosamente sbagliato.
Naturalmente, il titolone fa vendere il giornale e il politico non vede l’ora di replicare (con perfetto, studiato e stupendo tempismo) che farà tutto quanto in suo potere per sanare la situazione creatasi in conseguenza del comportamento di quei cattivoni dei Medici di Famiglia….
E allora, con Shakespeare, non ci resta che affermare: “MOLTO RUMOR PER NULLA!“