A nostra memoria non era mai accaduto, ma quest’anno la previsione di bilancio presentata all’Assemblea Nazionale ENPAM (preconsuntivo 2023 e preventivo 2024) è in disavanzo. A determinare questo previsto disavanzo non solo il saldo negativo (sia preconsuntivo che preventivo) della gestione previdenziale, indotto da una gobba previdenziale che si sta presentando prima del previsto, ma anche il saldo negativo della gestione patrimoniale del preconsuntivo 2023 che sconta le svalutazioni di capitale non contabilizzate nel 2022 e riportate al 2023 a causa della norma salvabilanci applicata lo scorso anno.
TUTTAVIA, al di là delle spiegazioni tecniche (e dei vari rovesci che si sono succeduti a livello internazionale), ciò che importa al singolo contribuente è che i conti del nostro Ente Previdenziale tengano per poterci garantire un futuro pensionistico tranquillo. Speriamo che questo bilancio preventivo sia poi a maggio smentito da un consuntivo finale migliore, ma ciò nondimeno non possiamo nascondere la nostra preoccupazione di fronte a previsioni negative che ci allontanano da quei parametri, previsti dagli studi attuariali, che garantiscono la tenuta sul lungo periodo.
In questo senso, appare utile ricapitolare quanto successo in questi anni. L’Ordine di Milano ha sempre tenuto un atteggiamento vigile e indipendente sulle scelte della Fondazione. Questo, in passato, ha portato l’OMCeO MI numerose volte in tribunale per difendere il diritto di rappresentare liberamente il suo pensiero e spesso è stato l’unico a farlo. Ad esempio, è stato tra i pochi che, la scorsa volta, si opposero al nuovo Statuto. OMCeO Milano ha presentato (invano, inascoltato!) diverse volte mozioni per ridurre il gettone di presenza e i compensi della dirigenza. Ha (moltissime volte) votato contro o si è astenuto alla votazione per il bilancio. A tutt’oggi lo spirito critico dell’Ordine ambrosiano non è cambiato, ma esso non è mai stato e mai sarà afinalistico. Gli appunti tecnici che sono stati avanzati avevano e hanno il solo scopo di tutelare i medici e gli odontoiatri milanesi (e quindi noi stessi!). Per esempio, ammettiamo tranquillamente che oggi, come più sopra detto, l’asset di investimenti della Fondazione sia cambiato in meglio, ma si scontano le scelte del passato e l’inerzia per uscirne ed è concreto il pericolo che si debba ancora una volta chiedere ai medici di mettere mano al loro portafoglio previdenziale con ulteriori, intollerabili, riforme di “lacrime e sangue”.
PER QUESTO MOTIVO l’Ordine dei Medici e Odontoiatri di Milano, unico tra tutti gli Ordini dei Medici d’Italia, non se l’è proprio sentita di approvare il bilancio presentato, rimandando a maggio la valutazione in via definitiva, quando saranno a disposizione dati certi, sperando vivamente che le cose cambino in meglio. Infatti, la Fondazione ha il compito di assicurarci un futuro tranquillo e saremo i primi a essere contenti se il disavanzo previsto non avrà luogo!
Redigo queste righe in collaborazione con Ugo Tamborini, Consigliere Segretario dell’Ordine ambrosiano ed esperto in materia previdenziale.