Come ricorderete, l’Ordine di Milano ha proposto (insieme a pochi altri ordini italiani) di parificare i compensi dei gettoni di presenza e tutti i compensi e i rimborsi erogati dall’ENPAM a quelli erogati dalla FNOMCeO. In soldoni, significherebbe, per tutti, portare a poco più che un terzo i compensi. Il segnale sarebbe importante! Questa proposta è stata avanzata in via ufficiale nel corso di diversi Consigli Nazionali ENPAM ed è stata sempre respinta. Non solo, l’Ordine di Milano aveva proposto che questa norma anti-lievitazione dei compensi fosse inserita nello Statuto: niente da fare! Si sono fatti dei piccoli aggiustamenti riducendo i compensi di poche decine di euro, ma la sostanza non è cambiata. Ora se ne è occupata una giornalista del “Il Fatto Quotidiano” il 4 gennaio 2015. Riportiamo l’interessante articolo:
I CONTI li hanno fatti due deputati del Pd, Francesco Ribaudo e Magda Culotta: spulciando le delibere del Consiglio nazionale dell’Enpam hanno scoperto le incredibili cifre con cui vengono rimborsati i partecipanti agli incontri degli organi gestionali della Fondazione. Ogni componente ha diritto, oltre alle indennità fisse mensili, a una “medaglia di presenza giornaliera” di 600 euro. La prendono i 106 consiglieri nazionali (uno per provincia), i 24 del consiglio di amministrazione, gli 8 del comitato esecutivo e gli 11 del collegio sindacale, nominati dai ministeri del Lavoro e dell’Economia, entrambi chiamati a vigilare sul buon andamento gestionale della Fondazione. Poi ci sono 450 euro di indennità di trasferta “per l’assenza dalla località di residenza fino a 12 ore”: difficile che da Torino, per esempio, si riesca a venire a Roma, fare una riunione e rientrare a casa entro mezza giornata. No problem, scattano altri 450 euro per altre 12 ore (non frazionabili) se si rientra entro la notte e così via: 450 euro ogni 12 ore lontani dal focolare domestico. Con quelli ci si pagano vitto e alloggio, mentre le spese di viaggio sono già rimborsate a parte: se invece il medico-consigliere decide di fare una nota spese con albergo e ristorante, l’indennità viene ridotta circa a 250 euro, sempre ogni 12 ore. Dunque, dicevamo, una riunione anche di pochi minuti per la quale si perdono un giorno e una notte fuori casa, costa all’Enpam quasi duemila euro a testa. Li prendono, notano i due deputati Pd, anche il presidente e il direttore generale che in questo modo percepiscono “emolumenti di gran lunga superiori a quanto mediamente percepito dagli amministratori pubblici”.
PER CARITÀ, nelle casse pensionistiche dei medici i soldi sono privati e i conti tornano: il 2014 si chiude con un avanzo economico di 958 milioni di euro ed è stato scongiurato il rischio di un grosso buco per colpa di alcuni derivati che erano stati acquistati (il presidente Oliveti ha assicurato agli iscritti che non lo farà “mai più”). Eppure, a quelli come il dottor Zanni, fa una certe specie sapere che (parola di Oliveti) “a 65 anni, nel 2023, riceverai – in aggiunta alla pensione da dipendente pubblico – circa 2.400 euro lordi l’anno, che ti permetterà di riavere indietro, in 15 anni, i circa 36.300 euro che avrai versato”. Un affarone. Quella cifra un componente degli organi gestionali riesce quasi a guadagnarla con una sola riunione.